Cos’è il franchising
Il franchising è una formula di collaborazione tra 2 imprenditori: il franchisor (un produttore o rivenditore di servizi) , che detiene la proprietà del marchio e del know how, ed il franchisee, che si affilia alla rete in franchising per commercializzare il prodotto/servizio dietro il pagamento di una tassa d’ingresso o canone.
Questa formula commerciale è sempre più diffusa e basa il suo successo su un modello già affermato.
In generale, il contratto di franchising prevede la concessione del marchio, del know how, del modello di marketing, della conoscenza del marchio sul mercato, del modello/manuale operativo, ecc.
Come aprire un franchising
Il profilo dell’affiliato spesso è rappresentato dalla persona fisica. In generale per aprire un franchising in Italia viene scelta l’apertura di una partita iva, associata a singolo imprenditore, o di una società (di persone o capitali).
L’affiliato in genere andrà a gestire, in una zona delimitata, la propria attività che potrà essere un negozio, un agenzia, un negozio virtuale in base al format in franchising scelto.
Iter per l’avvio di un attività
Gli adempimenti di legge sono uguali a quelli di qualsiasi attività commerciale.
L’iter, a titolo esemplificativo, si può riassumere in pochi punti:
- Apertura della partita IVA, presso l’Agenzia delle Entrate
- Apertura delle posizioni previdenziali ed assicurative, presso INPS ed INAIL
- Dichiarazione di inizio attività (SCIA), presso il proprio Comune
- Iscrizione al registro delle imprese, presso la Camera di Commercio
Aspetti contrattuali del franchising
L’adozione della formula commerciale del franchising in Italia arriva negli anni settanta. Inizialmente non vi era una regolamentazione e veniva identificato come contratto atipico.
La crescita e la diffusione sul territorio italiano ha poi richiesto di colmare il vuoto normativo e nel 2004 è stata approvata una legge “ad hoc”, la numero 129.
Questa normativa, intitolata “Norme per la disciplina dell’affiliazione commerciale”, ha introdotto nuove regole tra cui la durata minima di contratto, 3 anni, e l’obbligo di indicare per iscritti spese ed investimenti in carico all’affiliato.
Nel contratto di franchising sono fondamentali 3 aspetti:
- Know How: cioè il bagaglio di conoscenze pratiche ed operative che l’affiliante mette a disposizione dell’affiliato. In altre parole sono “segreti” aziendali” frutto di anni di lavoro ed esperienza sul campo. Ad esempio: tecniche di vendita, organizzazione del personale, programmazione del marketing, gestione delle spese, ecc.
- Fee d’ingresso (o tassa d’ingresso): un pagamento iniziale, che può essere effettuato in una o più soluzioni. Con questo pagamento generalmente si acquista l’accesso e le strumentazioni necessarie all’avvio dell’attività. Si versa alla sottoscrizione del contratto.
- Royalties: una percentuale fissa o legata ai ricavi che viene versata a rate fisse. I servizi sono legati soprattutto all’assistenza continua che il franchisor offre all’affiliato ed alla promozione costante del marchio.
Dal punto di vista del franchisee sono quelle previste dall’art.109 del TUIR (Norme generali sui componenti del reddito d’impresa) e dall’art. 3 del DPR n. 633/1972 per l’IVA sulle prestazioni di servizio.
Consigli prima di aprire un’attività in franchising
Abbiamo contattato la redazione di lavoroefranchising.com per avere consigli sui punti essenziali da esaminare per valutare l’affidabilità di un franchising:
- Il franchisor deve avere dei punti già avviati;
- Verificare il numero di affiliati già attivi;
- Verificare la qualità e le attività legate all’assistenza della casa madre;
- Possibilmente visitare ed informarsi presso gli affiliati già attivi sul territorio;
- Conoscere di persona il responsabile sviluppo del marchio;
- Realizzare un approfondito business plan, analizzando le voci di costo e ricavo;
Il franchising, sul mercato italiano di oggi, rappresenta un settore in grado di offrire una moltitudine di format per ogni settore mercelogico, in alcuni casi con ottimi margini e spese contenute.